Dialogo sulla legalità con don Claudio Burgio & Baby Gang

BurgioIl Volterra Elia, sulla scia dell’incontro che ha avuto luogo lunedì scorso a Pesaro, ha ospitato presso l’Aula Magna della sede centrale di Via Esino l’incontro-dibattito con Don Claudio Burgio, cappellano del Carcere Minorile Beccaria di Milano e autore del libro “Non esistono ragazzi cattivi. Esperienze educative di un prete al Beccaria di Milano”.  Special guest: Zaccaria Mouhib, in arte Baby Gang noto trapper, che ha dato la disponibilità a condividere la sua significativa esperienza di vita con le nostre ragazze e i nostri ragazzi.

Alcuni studenti hanno presenziato all’evento, tutti gli altri hanno avuto l’opportunità di seguirlo tramite collegamento streaming dalle proprie aule sulla Piattaforma MS-Teams.

 

Don Burgio lavora da venticinque anni con i minori detenuti nel carcere Beccaria di Milano e ha fondato la comunità Kairos nel 2000, a Lambrate, un quartiere periferico di Milano, con l’obiettivo di offrire supporto e alloggio a minori in difficoltà segnalati dal Tribunale per i Minorenni, dai Servizi Sociali e dalle Forze dell’Ordine. Proprio al Beccaria i due ospiti si sono conosciuti, e in seguito, Zaccaria ha chiesto a don Claudio di accoglierlo nella sua comunità, dopo il fallimento di ben undici esperienze di affido. Il ragazzo, racconta il sacerdote, era già estremamente determinato nel perseguire il progetto di diventare cantante e di scrivere i propri testi. Desiderava emergere e dar voce al suo disagio e alla sua arte.

Tanti e preziosi gli spunti emersi: l’importanza dell’educazione e dell’istruzione, l’esigenza di dare senso all’esistenza di ognuno, l’importanza di non trovarsi in carcere minorile, lo spingere i ragazzi con un background difficile, spesso fatto di degrado, a trovare il proprio talento e la propria strada. Alla Kairos, ad esempio, ci si cimenta in attività creative, come la musica e il teatro, che aiutano davvero a conoscere sé stessi e gli altri. Fondamentale, in questo percorso, comprendere che l’altro non è un nemico o un avversario: spesso proprio i ragazzi fragili subiscono bullismo e reagiscono diventando bulli a loro volta, in quanto non hanno saputo “disinnescare” il meccanismo. Il fallimento è proprio l’opportunità per rinascere: finire dietro le sbarre può rappresentare il turning point, l’occasione per conoscersi e per cambiare, chiedendo aiuto agli adulti.

 

Baby Gang è stato estremamente disponibile e ha risposto con schiettezza a tutte le domande rivolte dagli studenti. Ha spiegato che il successo ha risvolti sia positivi, sia negativi, in termini di qualità di vita personale e relazionale. La qualità dei testi e dell’interpretazione per lui è una priorità; la creatività e il lavoro perciò richiedono concentrazione e impegno: spesso il sacrificio è pesante e comporta privazioni, ad es., il giovane artista dorme pochissime ore, perché di notte scrive. Inoltre, molte persone, di fronte a un personaggio noto, non comprendono che occorre rispettarne la privacy, soprattutto nel caso di una persona come lui, che tiene alla propria libertà e che ha un carattere schivo e riservato.

Alla domanda su cosa rappresenti per lui la musica, la risposta è emozionante: “la musica è, oltreché lavoro, fonte di tanti sentimenti e di tante sfumature: grigio, bianco, nero”.

A proposito di quale sia la sua canzone preferita tra quelle che ha scritto, ha risposto “I treni”, il cui ritornello è affiorato sin da quando era piccolo e il cui testo ha poi ultimato a diciannove anni.

Sulle lezioni che la vita gli ha duramente impartito, afferma che sbagliare è umano, fondamentale è rialzarsi dopo la caduta e non ripetere i medesimi errori: “mai rinnegare il proprio passato, ma dargli significato”. E ancora, “bisogna cavalcare la vita, non farsi cavalcare”. Riguardo a cosa gli abbia comunicato chiaramente che era il momento di cambiare vita, ha risposto che lo può ricondurre al momento in cui ha compreso che poteva diventare famoso e ricco facendo proprio quello che gli piaceva e che sapeva fare: quando ha visto i primi frutti del suo lavoro.

Con impegno e pazienza, facendo emergere il proprio talento, ci si può realizzare: questo è il potente messaggio che il trapper ha trasmesso oggi alla platea emozionata e composta, durante questo dialogo sincero e costruttivo.

Incontrare i ragazzi nelle scuole gli permette infatti di dare dei consigli, condividere esperienze di vita, offrire un esempio di riscatto grazie al “dono”: il talento che ognuno ha.

Rispondendo a chi gli ha chiesto chi l’abbia aiutato più di tutti, ha affermato con emozione: “Tante persone mi hanno offerto aiuto, ma l’aiuto maggiore è giunto da Dio”. Don Claudio, a questo proposito, ha riportato una frase che Zaccaria gli ha detto tempo fa: “Se non sono nato figlio di papà è perché comunque Dio si aspetta qualcosa di grande da me”. Baby Gang infatti è molto credente. A chi nota che tra lui, di fede islamica, e don Claudio, vi è sintonia e comunanza di vedute, risponde che, secondo lui, la società deve abbattere tutti i pregiudizi: colore della pelle, religione, nazionalità. Per questo, invita i ragazzi ad acculturarsi, a informarsi, a guardarsi intorno e riconoscere il significato più autentico e profondo di tutto ciò che è stato creato: occorre “fare due ragionamenti” la sera, porsi domande esistenziali, come il senso e lo scopo della propria esistenza, che non si esaurisce nelle semplici attività quotidiane. Se non si comprende il proprio posto nel mondo, “si rischia di scadere nella sopravvivenza, che non è vita”.

Un incontro davvero interessante e coinvolgente, che ha colpito tutti con la forza di un messaggio che comunica speranza, responsabilità e fiducia.


N.B. Si precisa che il nostro Istituto è completamente estraneo all'organizzazione del Concerto di Baby Gang "LA FINE DEL MONDO TOUR", in programma al PalaPrometeo di Ancona il 12 dicembre 2024.
Pertanto, la scuola non ha alcun ruolo nella pianificazione, nella promozione e nello svolgimento di tale evento ed è estranea a qualsiasi forma di partecipazione all'evento stesso.