Incontro con Libera e Legambiente
L’8 maggio, gli studenti delle quattro classi Terze dell’indirizzo Meccanica Meccatronica Energia hanno incontrato gli esperti di Libera e Legambiente per parlare di legalità, contrasto alle mafie e alle ecomafie, nell’ambito di un percorso interdisciplinare dell’Educazione civica per classi parallele che ha applicato la didattica per competenze e legato le varie attività e gli approfondimenti all’indirizzo di studi.
L’evento è stato organizzato con la collaborazione dei rispettivi docenti: per Italiano, le Prof. sse Montesi, Natalini, Di Beo e Donatiello; per Meccanica e Macchine, i Proff. Paolini, Morichetti ed Esposito, e si è avvalso del coinvolgimento attivo di alunni ed alunne. Si è svolto in cinque fasi principali: l’accoglienza iniziale e l’introduzione, da parte di presentatori scelti tra i ragazzi, dei tre relatori intervenuti e delle associazioni che essi rappresentano, seguite dalla presentazione delle attività e dei prodotti realizzati da tutti gli studenti, nel corso delle lezioni in aula e delle ricerche svolte a casa.
Nella fase centrale, si è entrati nel vivo con gli interventi degli ospiti: don Paolo Gasperini, referente di Libera per la provincia di Ancona e il dott. Enrico Fontana, responsabile nazionale di Legambiente, accompagnato da Emiliano Stazio, referente Under 35 per la regione Marche presso Legambiente e vice-presidente presso Legambiente Pungitopo Ancona.
In seguito, gli studenti aiutanti si sono fatti portavoce dei compagni ponendo agli esperti le domande precedentemente preparate dai rispettivi gruppi, in modo da focalizzarsi su alcuni aspetti per loro più significativi e interessanti, alle quali i relatori hanno risposto in modo chiaro ed esaustivo.
Dopo un breve intervento di sintesi e di ringraziamento del Dirigente scolastico, Prof.ssa Rosa Martino, i ragazzi hanno consegnato agli ospiti un gadget interamente progettato e realizzato da alcuni di loro utilizzandola macchina a taglio laser, sotto la guida esperta del Prof. Mattia Marinelli, e hanno spiegato il significato dei simboli incisi: tre ruote dentate, a rappresentare rispettivamente Libera, Legambiente e la nostra scuola, che lavorano in sinergia.
L’incontro ha catalizzato l’attenzione degli studenti e ha permesso loro un confronto ampio e foriero di spunti e riflessioni, a coronamento del lavoro metodico e articolato già svolto nell’ambito dell’UDA, offrendo un arricchimento prezioso dal punto di vista umano e sociale ed esempi concreti di impegno civico.
Tante le informazioni condivise e notevoli gli spunti di riflessione offerti.
Per esigenze di sintesi, si può affermare che l’intervento di don Paolo ha toccato soprattutto i temi evidenziati di seguito, partendo dalla premessa che «l’Educazione civica è l’antidoto contro gli atteggiamenti mafiosi, insieme alla cultura e alla buona economia». La giustizia sociale impedisce la criminalità, per questo Libera non si pone contro qualcuno o qualcosa, ma a favore delle persone e della giustizia sociale. La sfida maggiore è diffondere la cultura della legalità, a partire dai giovani, e lottare contro l’indifferenza portando avanti battaglie concrete: ad es., contrastare il depotenziamento della legge sulle confische dei beni della mafia; lottare affinché il progetto “Liberi di scegliere” sia finanziato dallo Stato e possa quindi contare su maggiori risorse e proteggere più persone; cercare giustizia per le vittime innocenti delle mafie; promuovere la giustizia rigenerativa per minori e adulti - nelle Marche per ora si applica solo ai minori - per dei percorsi rieducativi di messa alla prova e reinserimento e battersi per favorire l’Anticorruzione e ottenere maggiore trasparenza. Ogni gruppo di Libera è intitolato a una vittima innocente di mafia, dopo che ne sia stata dimostrata appunto l’innocenza, ad es., il gruppo Libera di Senigallia è intitolato ad Attilio Romanò, ucciso nel 2005 per uno scambio di persona a Secondigliano nel suo negozio di telefonia.
Molto articolato e suffragato da statistiche e dati aggiornati a livello sia nazionale, sia regionale, anche l’intervento del dott. Fontana, il quale ha chiarito alcuni concetti basilari. A proposito dell’organizzazione, i circoli di Legambiente sono ognuno un’associazione locale indipendente, un gruppo di volontari legato al territorio di riferimento che aderisce a uno statuto nazionale. Tra le attività, si segnalano, ad es., la
salvaguardia delle api, straordinario indicatore biologico; la protezione dell’orso; il recupero delle tartarughe marine impigliate nelle reti o gravemente danneggiate dalle microplastiche.
In riferimento ai delitti contro l’ambiente, si sottolinea che sono riconosciuti come reato penale dal 2015 e che i reati ecologici sono ormai da considerare veri e propri reati “spia” della presenza delle infiltrazioni mafiose sul territorio, in quanto esiste un nesso diretto tra i traffici di droga, di armi e di rifiuti. Una vittima innocente di ecomafia si può considerare ad es., la giornalista Ilaria Alpi, assassinata in Somalia, dove indagava proprio questi legami. Il primo pentito di ecomafia era un trafficante di cocaina, poi convertito ai rifiuti. Da un paio d’anni, i reati spia hanno a che fare col ciclo illegale di cemento, leva di criminalità diffusa che riguarda case abusive, operai che lavorano in nero e pessima qualità dei materiali edili: sono stati segnalati 498 reati solo nelle Marche, il triplo dei reati dei rifiuti. Essi arrecano danni sia all’ambiente che all’economia.
L’ecomafia rappresenta l’incontro di tre criminalità: criminalità ambientale, economica (di impresa) e mafiosa. Unite, agiscono mediante la corruzione e generano conseguenze importanti.
Il reato di ecomafia di maggior impatto è l’abbandono di rifiuti: nel 2023, in Italia, sono state sequestrate 60 mln. di tonnellate tra rifiuti urbani, speciali e pericolosi.
Il caso di ecomafia più eclatante che il presidente Fontana ha ricordato su richiesta degli studenti è lo smaltimento illegale di rifiuti della lavorazione industriale, bruciati con solventi chimici come base comburente, in provincia di Caserta. «Era la fine degli anni ’90 e la popolazione della zona vedeva in cielo, quasi ogni notte righi spaventosi, enormi, bianchi o cangianti, violacei; a terra, la mattina seguente, una polvere bianca. All’epoca, si condussero delle indagini e si comprese la gravità del fenomeno, tanto che fu vietato di possedere animali da cortile e furono abbattute migliaia di bufale, perché nel loro latte fu rilevata diossina: questa è la Terra dei fuochi».
Interrogato sule conseguenze dei reati di ecomafia, ne espone principalmente tre: il saccheggio delle risorse naturali, ora tutelate dall’art. 9 della Costituzione, le conseguenze sulla salute delle persone e le conseguenze nefaste sull’economia. Chi si macchia di reati di ecomafia – con le parole di Fontana - «è ladro di futuro». «L’ambiente è di tutti – conclude - bisogna prestare attenzione e denunciare, pretendere che chi ha più responsabilità politica, economica e amministrativa faccia davvero il proprio dovere».
Desideriamo ringraziare ancora don Paolo Gasperini, il dott. Enrico Fontana ed Emiliano Stazio per la disponibilità e la proficua collaborazione di questi mesi, durante i quali la condivisione di materiali, idee e riflessioni, le attività in aula che hanno preparato gli studenti all’incontro finale e la sinergia delle azioni, ci hanno permesso di progettare e realizzare un’attività altamente formativa e di profondo valore civico e sociale; la prof.ssa Maria Suppa, in qualità di Referente d’Istituto per l’Educazione civica, per il supporto; il D. S. Rosa Martino, per aver sostenuto l’iniziativa e aver partecipato con entusiasmo all’evento; da ultimi, ma non per importanza, i nostri studenti per l’impegno profuso: queste attività acquistano senso quando sono realizzate per loro, con loro, investendo su di loro.
Ecomafie 2023









