Esploratori della Memoria: vista a Mauthausen
Lorenzo Bottegoni e Alessio Pesaresi della 5AI, insieme a Silvia Perugini e Alessandro Pasqualini della 5CI sono i quattro studenti dell’IIS Volterra-Elia selezionati tra le due classi che hanno partecipato nel corrente anno scolastico al Concorso ANMIG “Esploratori della Memoria” e che, accompagnati dalla Prof.ssa di Italiano e Storia Cristina Costantini, hanno avuto il privilegio di rappresentare il nostro Istituto e l’ANMIG Marche, tra il 3 e il 5 maggio 2024, alla Cerimonia del 79° Anniversario della Liberazione di Mauthausen, l’ultimo campo di concentramento nazista liberato dall’esercito americano il 5 maggio 1945, e dei suoi sottocampi in Austria.
La nostra delegazione marchigiana si è unita alle due provenienti, rispettivamente, dal Veneto e dalla Toscana, per compiere insieme un viaggio della memoria e della commemorazione di tutte le vittime delle atrocità del nazi-fascismo. Tre le tappe di questo pellegrinaggio laico: le visite al sottocampo di Ebensee e al castello ex centro di Eutanasia di Hartheim e la partecipazione al corteo e alla cerimonia ufficiale a Mauthausen. Per noi italiani, la storia della tragedia umana di questo lager con i suoi sottocampi è indissolubilmente legata anche alla nostra: in questi luoghi, infatti, hanno perso la vita oltre 5.000 connazionali.
Sin dalla prima tappa, al campo di Ebensee, dove il corteo delle nostre delegazioni ha onorato le vittime, si è reso evidente un fattore che accomuna molti di questi luoghi: il contrasto stridente tra la straordinaria bellezza del paesaggio naturale e l’orrore dell’immane catastrofe che vi si è consumata durante l’Olocausto. Significativa, qui, la visita di una delle tante gallerie al cui scavo furono impiegati i prigionieri, che in condizioni disumane, realizzarono ben 7,6 chilometri di impianti sotterranei.
Presso il castello di Hartheim, caratterizzato da un meraviglioso cortile interno rinascimentale, divenuto durante il nazismo teatro dello sterminio sistematico di persone con disabilità fisiche e mentali, i nostri alunni hanno commemorato proprio le vittime del terribile programma Aktion T4, attuato con la complicità di medici e personale sanitario tedeschi, e hanno avuto l’onore di sfilare nel corteo, reggendo la corona di alloro dell’ANMIG Marche, deposta poi sulle lapidi in memoria delle vittime di questa tragedia.
Durante la terza e ultima tappa, il 5 maggio, a Mauthausen, i nostri ragazzi hanno avuto la preziosa opportunità di assistere a una cerimonia internazionale unica in Europa, alla quale tutti gli anni partecipano decine di delegazioni provenienti da tutto il mondo, che insieme vogliono confermare i valori di pace, solidarietà e uguaglianza su cui si fonda l’Europa e che tanto più oggi vanno ribaditi con determinazione.
Intensa la partecipazione della nostra delegazione alla commemorazione presso i Monumenti nazionali visitati: quello ebraico, russo, polacco e italiano. Profondi lo sdegno e la commozione durante la visita alla Scala della morte, la cui ascesa ha avuto un forte significato simbolico per la fatica di salire quei 186 gradini che collegavano il lager, situato sulla parte superiore della collina, con la cava di granito sottostante, e che per questo ha creato un’immediata connessione con il dolore sofferto dai deportati, costretti a percorrere i gradini sconnessi e di diversa altezza in pessime condizioni fisiche e portando sulle spalle pesanti blocchi di pietra, caricati su “zaini” di legno, vittime della crudeltà delle SS. Stupore, rabbia e profonda riflessione sono scaturite poi durante la visita del campo, delle baracche, del museo, suscitate dalla vista opprimente e angosciante di quei reperti, delle ex-torrette dei militari, del filo spinato, del forno crematorio e delle fotografie dei prigionieri, vittime innocenti e impotenti di uno sterminio perpetrato con fredda e sistematica efficienza.
I nostri studenti hanno vissuto un’esperienza unica, davvero intensa. Vedendo quei luoghi della morte, in loro hanno fatto breccia un forte senso di fratellanza e un intenso amore per la vita, oltreché un profondo desiderio di combattere l’indifferenza e la ferma consapevolezza della necessità di testimoniare. Perché facendo memoria non si parla del passato, ma si parla del presente per costruire un futuro di pace e solidarietà.