Fiamme, metalli e archeologia: bronzo come 3500 anni fa
Nell’ambito dei progetti “ArcheoChimica” e “Chimica all’Antiquarium”, gli studenti delle classi 1ACH, 2ACH e 3ACH dell’Istituto Volterra-Elia di Ancona, accompagnati dai docenti Messini , Dipietro, Petrelli e Raschia, hanno vissuto un’esperienza immersiva di archeologia sperimentale, partecipando a una lezione pratica condotta dall’archeologo Alberto Rossi.
L’attività, svolta in uno spazio all’aperto dell’istituto, ha permesso agli studenti di osservare e replicare le antiche tecniche di fusione del bronzo, utilizzando materiali, strumenti e metodi in uso oltre 3500 anni fa. Dopo aver scavato una piccola fossa nel terreno, due studenti hanno allestito un forno circolare in ceramica alimentato a carbone, al cui interno è stato inserito un crogiolo in grafite contenente una lega di bronzo da fondere.
Per raggiungere i circa 1200°C necessari alla fusione filologica, gli studenti hanno azionato due mantici in pelle collegati a un ugello di ceramica, che convogliava aria direttamente sulla brace. Il sistema, alimentato manualmente con grande impegno e coordinazione, ha permesso di mantenere un flusso continuo d’aria grazie a una valvola che evitava il riflusso d’aria da un mantice all’altro.
Raggiunta la temperatura ottimale, gli studenti hanno proceduto con la colata del bronzo in una matrice litica bifronte, scelta tra le riproduzioni archeologiche dell’età del Bronzo. La forma prescelta è stata quella di una lama da pugnale. Dopo il raffreddamento in acqua, l’oggetto grezzo è stato estratto, rivelando l’efficacia del procedimento.
Un secondo esperimento ha riguardato la produzione di una moneta, utilizzando una matrice composta da sabbia e olio. Anche in questo caso, gli studenti hanno potuto apprezzare la complessità e la precisione delle antiche tecniche metallurgiche.
Pur con qualche adattamento rispetto al rigore filologico, l’esperienza ha centrato pienamente gli obiettivi didattici: comprendere le trasformazioni fisico-chimiche coinvolte nella fusione dei metalli, acquisire consapevolezza dell’evoluzione tecnologica delle leghe e sviluppare capacità pratiche attraverso la sperimentazione.
A completamento del percorso, gli studenti delle classi quarte dell’indirizzo Chimica hanno analizzato diversi reperti metallici messi a disposizione dalla Soprintendenza, eseguendo approfondite indagini chimiche sui metalli costituenti le leghe di rame, a conferma della connessione tra scienza e archeologia.